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Scientifici

Parliamo di Sostegno Psicologico

06/03/2020 /

Mi trovo spesso a rispondere a domande e curiosità inerenti il mondo della psicologia e, più nello specifico, che cosa fa concretamente lo psicologo nel suo studio. Ho deciso di approfondire una delle tecniche d’intervento più utilizzate da noi psicologi, ovvero il Sostegno Psicologico. Per chi non è del campo può risultare un concetto poco chiaro ma ora proviamo a spiegarlo facilmente. Per questo andremo ad analizzare le specifiche per poter comprendere a cosa serve, a chi si rivolge e quali benefici può apportare alla persona che lo richiede.

Cos’è?

Il sostegno psicologico è un tipo di intervento che risulta essere molto efficace e funzionale per il raggiungimento del benessere psicologico dell’individuo. È una tra le tecniche più utilizzate di cui si avvale lo psicologo per strutturare un intervento psicologico e la finalità è quella di alleviare i disagi psicologici e le sofferenze del proprio paziente in seguito ad una difficoltà specifica che il soggetto vive.

Nell’aspetto più letterale del termine, lo psicologo sostiene il proprio paziente e lo conduce verso il raggiungimento degli obiettivi desiderati.

Quando si chiede un sostegno psicologico?

Quando percepiamo emozioni negative forti, quando ci sentiamo impotenti e incapaci di poter reagire alla situazione che ci genera tale disagio.

L’essere umano, di fronte ad un problema, attiva le proprie risorse interne che consentono di superare la difficoltà e quindi stare meglio. Si cerca di porre rimedio pensando a tutte le possibili soluzioni da mettere in atto. Questa azione viene svolta in modo automatico, come una sorta di autodifesa, e spesso risulta essere anche molto efficace.

A seconda del tipo di disagio vissuto e del modo in cui questo risuona dentro di noi, potrebbe capitare che tale processo di risoluzione possa venir meno. Ci si sente bloccati nel problema e il non riuscire a trovare soluzione comporta una forte sensazione di malessere, sfiducia e rabbia verso se stessi e la condizione nella quale ci si sente sommersi.

Tutti questi sono segnali che ci fanno comprendere la necessità di doversi affidare a qualcuno che sia in grado di condurci, nel modo più giusto possibile, alla soluzione del nostro problema.

Non bisogna provare vergogna del chiedere aiuto. L’essere umano per sua natura è un animale sociale e ha bisogno degli altri per vivere. Lo psicologo è una figura riconosciuta a livello professionale e, grazie alla propria formazione, possiede tutti i mezzi necessari per poter aiutare il proprio paziente e rispondere così alla richiesta di aiuto.

 Chiedere aiuto non è sinonimo di debolezza. Al contrario, chi chiede aiuto è perché acquisisce consapevolezza, si guarda dentro e comprende che, per stare finalmente bene, ha bisogno di svolgere un percorso personale, un percorso che possa mettere in ordine tutto il caos presente dentro di sé. Per questo chi fa questo tipo di percorso ha il coraggio di mettersi in gioco, di confrontarsi con la propria parte più intima e profonda. Il risultato raggiunto si chiama Crescita Personale e Amore per sé.

Il paziente, che vive un disagio personale, affida al professionista una parte consistente di se stesso, come una scatola chiusa con all’interno gli oggetti più preziose che una persona possiede.

Dall’altro lato, lo psicologo accoglie e protegge questa scatola e, con gentilezza e rispetto, la apre poco per volta per consentire al contenuto di questa di uscire con molta delicatezza e al giusto tempo. 

Lo psicologo, con empatia, ascolta i racconti di vita del proprio paziente, si immedesima nel suo vissuto e conduce il paziente alla riflessione su se stesso, sulla propria vita, oltre che sulla difficoltà specifica che lo ha portato a richiedere aiuto. Lavora per creare un’alleanza con il proprio paziente nel rispetto reciproco, fornendo delle chiavi di lettura da utilizzare per interpretare in modo diverso la realtà. Si genera quindi una collaborazione reciproca fondata su di una relazione empatica nella quale la persona possa sentirsi accolta, ascoltata e capita sinceramente, senza sentirsi giudicato.

Mi piace molto utilizzare la metafora dell’ingranaggio bloccato per spiegare come la nostra vita, costituita di abitudini e quotidianità va avanti come un ingranaggio che continua a girare anche se ogni tanto bisogna dargli la carica per farlo ripartire. Ad un certo punto, però, qualcosa accade, un piccolo frammento ne ostacola l’avanzare, bloccando il movimento. Si fa fatica ad andare avanti, proviamo a dargli carica ma nulla, il nostro motore è fermo. Questo accade nella nostra vita quando si presenta una difficoltà che non riusciamo a superare, siamo destabilizzati e la nostra mente, come un ingranaggio bloccato, non riesce a ripartire.

Lo psicologo aiuta a trovare il punto in cui l’ingranaggio si è bloccato, a capire il perché ciò è accaduto e lavorare insieme affinché questo possa sbloccarsi e ritornare a funzionare nel modo più adeguato per la persona.

A cosa serve?

A stare bene e a sentirsi bene con se stessi e di conseguenza anche con gli altri.

Il Sostegno Psicologico è una relazione umana che serve a fronteggiare e superare un momento particolare della propria vita, per avere un aiuto concreto nella gestione della difficoltà personale. Può servire a elaborare dei vissuti traumatici o dei pensieri che non ci lasciano tranquilli.

La finalità del percorso è quella di uscire dal momento di crisi e potenziare le risorse interne che il soggetto possiede. Si aiuta il paziente a riconoscersi e darsi dei meriti non solo per aver deciso di chiedere aiuto, dimostrazione concreta di voler superare la propria difficoltà, ma poi anche di essere riuscito a riconoscere le proprie capacità, a metterle in atto e a potenziarle.

A chi si rivolge?

Può interessare l’individuo, la coppia o la famiglia.

Questo tipo di intervento è rivolto a chiunque sente di non essere pienamente soddisfatto della propria vita o che qualcosa non sta andando nel verso giusto. Chiunque ha vissuto o vive un momento difficile della propria vita e vuole uscire da tale difficoltà.

Inoltre può essere richiesto anche da chi semplicemente vuole imparare a credere in se stesso, ad amarsi, a migliorarsi, ad acquisire consapevolezza o vuole imparare a conoscersi.

Per intraprendere questo tipo di percorso bisogna, in primis, riconoscere di avere una difficoltà che ci blocca e successivamente chiedersi cosa ci si aspetta, cosa si desidera, che tipi di obiettivi ci piacerebbe raggiungere e quanta motivazione possediamo per il raggiungimento di tali obiettivi.

Quanto dura?

La durata del percorso è del tutto soggettiva e varia quindi da persona a persona.

Si può ritenere concluso nel momento in cui sono stati raggiunti gli obiettivi desiderati, il disagio è stato alleviato e si trova una nuova modalità di guardare il proprio presente.

La finalità di questo percorso è, quindi, di uscire dallo stato di crisi, migliorando la percezione del valore che il soggetto attribuisce a stesso e agli altri. Generare un cambiamento e acquisire un nuovo punto di vista su stesso e sulla propria vita, sulle proprie esperienze passate e sul presente, sono i tra i traguardi da raggiungere.

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